SOCIETÀ

Giovani, comportamenti aggressivi e violenti: quanto influisce l'esposizione alla rete?

Ne abbiamo parlato con la psicologa Sabrina Priulla

Giovani sempre più connessi: social, chat, video giochi: la rete. Strumenti di influenza potenti e in maniera correlata ai tempi di esposizione sempre più prolungati stimata in media ad oltre 5 ore al giorno.

"Sicuramente è in aumento è così come è in aumento questa esposizione continua, sono in aumento anche tutti i fenomeni correlati a questo fattore. Per cui abbiamo da una parte il tema dei giovani e i casi di aumento di aggressività, ma anche di fatiche che i giovani percepiscono quindi di disagio. Sicuramente un pò è l'onda lunga di quello che abbiamo vissuto in periodo di covid".

Un coinvolgimento forte a fronte invece dell'incapacità dei ragazzi di gestirlo e di distinguere vita reale e vita virtuale.

"Non dimentichiamoci che un giovane non maggiorenne non solo per legge, ma anche sviluppo cognitivo non è in grado ancora di affrontare certe situazioni, tanto che, come le neuroscienze cognitive ci dicono, la corteccia prefrontale non è ancora sviluppata ed è in continua modifica: questo vuol dire che i giovani non hanno gli strumenti per capire, valutare e rendersi conto di quelle che sono le conseguenze delle proprie azioni.

Nel momento in cui un giovane, e tutti siamo stati giovani, ha in mano uno strumento senza orario, senza controllo, e attraverso questo strumento può accedere a qualunque tipo di contenuto, e qui ci metto tutta la parte della pornografia, che è super accessibile; ci metterei anche i video giochi perchè la maggior parte dei videogiochi, purtroppo anche a contenuto di violenza, di supremazia e di possesso, sono tutti contenuti che arrivano.

Il giovane, che è una spugna per definizione, li assorbe. Quindi se questi contenuti sono quelli che io vivo, sono quelli che mi sembra normale riproporre in un contesto che poi diventa reale. L'adulto di riferimento dovrebbe fare la sua parte nel guidare, accompagnare, nel proteggere e nel supervisionare".

Nel video l'intervista a Sabrina Priulla, psicologa 

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