Il Giudice Lamberto Emiliani lascia il Tribunale
Nel 2012 ha ricevuto il “Premio d’onore dei Romagnoli illustri”: nel suo discorso, pronunciato innanzi la Rubiconia Accademia dei Filopatridi, si riferì al Titano con queste parole: “terra romagnola di confine - aspra ma generosa, come generosa è la sua gente - mi ha trasmesso un amore che vorrei definire sanguigno e collerico per la libertà. Un ricordo, fra tanti. Ricordo molto bene lo sdegno, la rabbia e il coraggio delle donne di San Marino quando - metà anni cinquanta - gli veniva ancora negato il diritto di voto, la libertà di eleggere ed essere elette rappresentanti del popolo, la dignità di essere fra i cittadini consapevoli e responsabili. Gli veniva negato finanche il dovere della libertà”.
E ancora, sull'essere giudice: "Ogni magistrato rivendica per sé l'indipendenza e la libertà di giudizio che le leggi garantiscono alla magistratura. Ma la piena indipendenza della magistratura rappresenta un diritto dei cittadini, prima e più che dei giudici. Per questi è preminente, sull'aspetto del diritto, quello del dovere, ossia l'obbligo di compiere ogni atto della giurisdizione in piena
indipendenza e libertà di giudizio, con animo sereno e imparziale, senza odio o amore. Senza dipendere da alcuno, persona o potentato. Se è così, il problema vero, oggi, il primo vero problema della giustizia è di far seguire agli obblighi la responsabilità per la loro inosservanza, di conciliare e far quadrare i conti fra libertà e responsabilità dei giudici. Perché non ci può essere libertà indipendenza
autonomia del giudice che non abbia piena consapevolezza del senso dell'essere giudice e non sia pienamente responsabile del suo modo di essere giudice: responsabile della sua lealtà nel processo civile o penale, dell'intatta osservanza delle leggi sostanziali e processuali, del rispetto dei principi morali, della capacità di sentire e intendere le cose con ragionevolezza (che è la ragione più il buonsenso); responsabile anche della sua idoneità al ruolo, della sua professionalità intesa come cultura, studio e aggiornamento continuo. Responsabile soprattutto, custode e responsabile, della sua intangibile libertà. Nessuno può pensare di essere giudice senza obbligo di rendere conto; nessuno può pensare di essere giudice per sempre".