Fu tra i personaggi più noti ed apprezzati a San Marino, anche per il suo impegno politico-istituzionale; la scomparsa di Gian Franco Terenzi, il 20 maggio del 2020, scosse l'intero Paese. Perse la vita davanti alla propria azienda, travolto da un camion di una ditta italiana di consegne. Ma il processo per omicidio colposo, a carico dell'autotrasportatore, non ha avuto l'esito sperato dai familiari della vittima. 6 mesi di prigionia, pena sospesa. Effetto diretto della richiesta presentata dal legale dell'imputato di patteggiamento. Istituto relativamente nuovo, in Repubblica. Riduzione fino ad un terzo della pena, chiusura lampo del processo; queste le caratteristiche.
La parte civile ha tuttavia rimarcato nell'udienza di ieri come il patteggiamento non possa essere una risposta adeguata a situazione di simile gravità. Anche perché le violazioni rilevate sarebbero state compiute nello svolgimento di un'attività professionale. Ma la nuova normativa – che risponde ad esigenze di economia processuale - parla chiaro, e non lascia “margini di manovra”, qualora ricorrano i presupposti. Forte, sottolinea l'Avvocato Maria Antonietta Pari, il rammarico della famiglia Terenzi; se la Giustizia fosse stata veloce – affermano - non si sarebbe arrivati a questo. La fase istruttoria era chiusa già nel settembre del 2020 – rimarcano -; e il processo sarebbe potuto andare a sentenza prima del varo della riforma contenente la disposizione sul patteggiamento. A tal proposito l'Avvocato ricorda di aver presentato istanze per sollecitare il rinvio a giudizio e la fissazione dell'udienza.
