Giulio Lolli resta in carcere a Tripoli: apprensione da parte dei suoi legali
Fino a 30 giorni dopo l’arresto, per inviare tutta la comunicazione - questo prevede l’arresto provvisorio Interpol – e i tempi da parte italiana sono stati rispettati. Ora è la Libia a decidere se e quando estradare il patron della Rimini Yacth. Di fatto, Giulio Lolli resta in carcere, a Tripoli, dove è dal 16 gennaio, quando venne fermato in un hotel di extra-lusso, in compagnia di una escort. Latitante da 8 mesi, era ricercato, su mandato di cattura internazionale, per associazione a delinquere, truffa, appropriazione indebita, falso e riciclaggio. Ci si attendeva una sua estradizione in tempi celeri, invece, nulla. Allarmati i suoi legali - nonostante riferiscano che le condizioni di Lolli, siano relativamente buone -. Ma la situazione rischia di complicarsi, visti i drammatici fatti e i disordini in atto nel Paese. Proprio da qui la preoccupazione del pm Davide Ercolani, titolare dell’inchiesta: “In questo momento di rivolta, non sappiamo nulla di nulla. Ogni comunicazione è bloccata. Può succedere di tutto e lancia un interrogativo: “Hanno aperto le carceri a Bengasi; chi ci dice non lo facciano anche a Tripoli?”
Annamaria Sirotti
I più letti della settimana:
{{title}}
Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy. Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy