Grecia in fiamme: dopo Rodi brucia anche Corfù

Sono sfiniti, spaventati, ma in salvo. E attendono di essere rimpatriati. L'odissea per migliaia di turisti sta per finire. 30.000 quelli evacuati sabato a Rodi, 2.500 a Corfù. Al dramma umano e ambientale si somma quello economico: il comparto è in ginocchio. Ma è ancora presto per la conta dei danni, prima occorre spegnere gli incendi che stanno devastando le due isole, trasformatesi da paradiso delle vacanze ad inferno di fuoco. Una battaglia contro 82 roghi, anche in Attica e nel Peloponneso. C'è chi racconta la paura nel vedere alzarsi un fumo denso e scuro, e poi le fiamme raggiungere hotel e resort. Quindi la fuga a piedi verso la spiaggia, in attesa dei soccorsi. Decine i villaggi evacuati, in migliaia si sono rifugiati in palestre e scuole. A Rodi 'ora bruciano anche le case', è l'allarme degli amministratori locali. Le fiamme, alimentate dai forti venti, hanno raggiunto anche i venti metri di altezza. “Siamo in guerra contro gli incendi, ma nessuna vita è andata persa. Ricostruiremo”, dice il primo ministro greco Mitsotakis. E il sindaco di Corfù denuncia: i roghi sono di origine dolosa. "Al momento - riferisce la Farnesina - non risultano nelle aree interessate cittadini sammarinesi”. Anche le principali agenzie viaggi del Titano confermano di non avere clienti che hanno chiesto supporto. Circa 2.000, invece, i turisti italiani nelle zone coinvolte dai roghi. “Nessuno si è fatto male e sono tutti assistiti” – assicura l'Unità di crisi, che aggiunge: “L'aeroporto è operativo, chi ha deciso di rientrare ha potuto farlo."

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