Green Economy a San Marino: innestare la ripresa o aspettare rassegnati che passi la crisi?
Sono invitati alla tavola rotonda “Il ruolo della Green Economy a San Marino nel dopo Black List” i Segretari di Stato per le Finanze, per l’Industria, per il Territorio e l’Ambiente, oltre al Presidente dell’ANIS e della Camera di Commercio ed ai rappresentanti delle Organizzazioni Sociali ed Economiche. Saranno sollecitati ad
esporre iniziative in essere, progetti e proposte sul ruolo che la green economy può rivestire nel superamento dell’attuale crisi economica, che da diversi anni sta attanagliando il Paese portandolo inesorabilmente verso il declino: vedasi il crollo del Pil e l’aumento della disoccupazione.
Introdurrà la tavola rotonda un contributo dell’On. Ermete Realacci sul tema “Green Economy: come superare la crisi e non restare fermi ad aspettare la ripresa”. Ermete Realacci dal 1987 al 2003, è stato presidente di Legambiente, divenendo uno dei maggiori esponenti dell'ambientalismo italiano.
Alle elezioni politiche italiane del 2013 è stato rieletto alla Camera dei Deputati per il PD nella circoscrizione Lombardia. Dal 7 maggio 2013 è Presidente della VIII Commissione permanente Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati. Per dare voce e forza ai tanti talenti italiani, come risorsa del futuro per il suo Paese, Realacci ha promosso e presiede Symbola, Fondazione per le Qualità Italiane, che insieme ad Unioncamere ha realizzato il rapporto “Green Italy 2013”. Eccone in sintesi i contenuti: l’Italia deve scommettere sull’innovazione, la ricerca, le nuove tecnologie, per rinnovare il suo saper fare, la vocazione imprenditoriale ed artigiana, la creatività e la bellezza di cui è ricca.
Oggi nell’intera economia italiana gli occupati “verdi” – i cosiddetti green jobs – sono più di 3 milioni.
Accanto a questi si possono annoverare altre 3 milioni e 700 mila figure ‘attivabili’ dalla green economy: occupati con le carte in regola per lavorare in settori e filiere green. Dal 2008 ad oggi il 22% di tutte le imprese nazionali hanno investito in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare energia. Dalle quali quest’anno arriverà il 38% di tutte le assunzioni programmate nell’industria e nei servizi: 216.500 su un totale di 563.400.
Vuol dire che dall’inizio della crisi, nonostante la necessità di stringere i cordoni della borsa, più di un’impresa su cinque ha scommesso sulla green economy. Percepita come una risposta alla crisi stessa, non ha deluso le aspettative. Chi investe green, infatti, è più forte all’estero: il 42% delle imprese manifatturiere che fanno eco-investimenti esporta i propri prodotti, contro il 25,4% di quelle che non lo fanno. Perché oggi green economy significa innovazione: il 30,4% delle imprese del manifatturiero che investono in eco-efficienza ha effettuato innovazioni di prodotto o di servizi, contro il 16,8% delle imprese non investitrici. E significa redditività: il 21,1% delle imprese manifatturiere eco-investitrici ha visto crescere il proprio fatturato nel 2012, tra le non investitrici è successo solo nel 15,2% dei casi.
Nell’ambito del workshop sono previsti contributi di altri importanti relatori: il Prof. Luigi Bruzzi dell’Univ. Di Bologna nel suo intervento “Coltivare il futuro: un Osservatorio della Sostenibilità a San Marino” presenterà in anteprima i risultati di una ricerca sugli indicatori della sostenibilità. Il Prof. Renato di Nubila,
Docente di Metodologia della Formazione e di Comportamento Organizzativo presso l’Un. di Padova, concluderà il Focus Group “Come sta San Marino a tre anni dal lancio di una Mano al Paese?” Il mondo del volontariato, le organizzazioni sociali ed economiche nonché tutta la cittadinanza sono invitati a partecipare e a portare il loro contributo in sede di dibattito. Vedasi programma allegato.