“Arrivare ad una pace negoziata è possibile”. Ne è convinto l'economista e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Stefano Zamagni. Porta infatti la sua firma la proposta, articolata in sette punti, «per un negoziato di pace credibile». Il problema – spiega - è che non si riesce a trovare il soggetto, anche collettivo, in grado di svolgere il ruolo del mediatore. “Perché è chiaro, questo soggetto non può essere un Capo di Stato o di Governo di un qualsiasi paese, dato che il mediatore deve essere al di sopra delle parti. Quindi ci troviamo nella situazione a dir poco buffa se non fosse tragica, che la soluzione c'è, ma non si riesce a trovare il modo di implementarla. Ecco allora perché occorrerebbe uno sforzo ulteriore di generosità e fantasia. Ripeto: i termini di un negoziato risolutore del conflitto ci sono”. L'occidente ha commesso un errore: “Noi europei e soprattutto gli americani – dice Zamagni - abbiamo peccato di superficialismo. Non conosciamo la storia della Russia, che non è assimilabile a quella dell'Europa occidentale”.
Un negoziato duraturo che faccia giustizia e al tempo stesso non offenda nessuno, deve quindi tener conto delle sue caratteristiche culturali. “Se invece pensiamo di andare al negoziato con una logica e una mentalità tipiche della nostra matrice culturale occidentale, è ovvio che le cose non miglioreranno. Ovviamente le conseguenze le pagheremo, anche in termini di geopolitica”. Tra pacifismo e bellicismo c'è la via della saggezza, che è quella del negoziato, ribadisce Zamagni. E il Titano potrebbe essere il luogo giusto, “se solo i sammarinesi – afferma - fossero un po' più smart. San Marino è un paese unico al mondo, non è mai stato colonia di nessuno, è sempre stato autonomo, terra della libertà. Potrebbe essere un luogo dove, essendo al di sopra delle parti, ospitare un negoziato di pace. Sarebbe un'ottima idea e io sarei molto contento perché sono molto vicino ai sammarinesi. Speriamo che questo sasso, gettato in piccionaia, faccia muovere qualche acqua”.