Quella guerra che quasi tutti, ormai, giudicano sbagliata, provocò la morte di centinaia di migliaia di iracheni, civili perlopiù. E soprattutto alimentò enormemente il terrorismo internazionale. A spingere fortemente per l'intervento furono innanzitutto gli Stati Uniti. Ma a sostegno di Bush si schierò da subito il Regno Unito. Oggi è stato reso noto il verdetto della commissione guidata da sir John Chilcot, atteso da ben 7 anni; il giudizio, sull'operato dell'allora Premier Blair, è durissimo. Secondo il rapporto il conflitto del 2003 si basò su dati di intelligence “imperfetti” e fu portato avanti con una progettazione “totalmente inadeguata”. “Washington e Londra minarono l'autorità dell'Onu e Tony Blair presentò all'opinione pubblica prove sul fatto che Saddam Hussein avesse armi di distruzione di massa con una certezza non giustificata. Si andò in guerra – ha tuonato Chilcot - senza cercare di trovare una soluzione alternativa”. Ma Blair non finirà davanti ad una corte internazionale per tutto ciò. Anzi, continua a rigettare le accuse. "Il mondo - ha detto - è un posto migliore senza Saddam Hussein”. Secca la risposta della portavoce delle famiglie dei caduti britannici in Iraq. “Il Regno Unito – ha dichiarato - non dovrà mai più entrare in un conflitto in questo modo”
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