“Due scali possono coesistere. Sotterriamo l'ascia avendo chiaro cosa fare per non pestarsi i piedi; La Romagna guardi sempre più a uno sviluppo concertato. Non solo sanità, ma anche su temi strategici come Porto di Ravenna, fiera, nuovo invaso idrico". Le parole del sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad sono una mano tesa verso Forlì e sembrano aprire ad una nuova fase dei rapporti dello scalo internazionale Rimini San Marino, di recente al centro di un colloquio tra il Segretario agli Esteri Beccari ed il ministro Tajani e della successiva commissione mista. La società che gestisce lo scalo forlivese sembrava non aspettare altro e tramite il direttore commerciale Gilardi rilancia "Il tema del fare sistema con tutti i protagonisti della Romagna è da sempre al centro del nostro panel di relazioni. Ne è riprova la recente adesione alla Fondazione per il turismo costituita tra più soggetti fra i quali Comune di Cervia”. Riguardo alle dichiarazioni del sindaco di Rimini piena disponibilità a incontrarsi e confrontarsi sugli aspetti che riguardano più da vicino le due realtà aeroportuali. Non è un mistero che si prevedono crescite di passeggeri del 94% nel 2023, al 103% nel 2024 e al 111% nel 2025. Con 1,23 miliardi di spostamenti per turismo a scala globale. Per cogliere tali opportunità è necessario innovare i servizi di mobilità offerti, migliorare l'accessibilità delle destinazioni turistiche, la fruibilità di percorsi alternativi. Crescerà allora anche la domanda di aeroporti medio-piccoli da parte delle compagnie aeree sui quali operare. “Lo spazio per lavorare senza pestarsi i piedi c'è". Sia da parte dell'aeroporto Rimini San Marino che da quella di Forlì. Le prove di pace aeroportuale sono ufficialmente iniziate e se è solo una tregua di Pasqua o meno lo scopriremo nelle prossime settimane.