Le 10 e 25 del 2 agosto 1980. L’orario che Bologna non vuole dimenticare. Alla stazione centrale una valigia imbottita con 23 chili di esplosivo scatena l’inferno. 85 sono le vittime, oltre 200 i feriti mentre crolla l'intera ala ovest della stazione. È il più grave attentato terroristico avvenuto in Italia nel dopoguerra, di cui circa 15 sentenze, in gran parte definitiva, hanno accertato la responsabilità di militanti di estrema destra.
43 anni dopo le commemorazioni dedicate alle vittime e al ricordo coinvolgono ancora l’intera Bologna, unita dalla potenza sociale della memoria. In piazza Medaglie d’Oro il momento più toccante con il triplice fischio del treno che ha ricordato il momento esatto dell’esplosione.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha portato il suo messaggio sottolineando le capacità del paese di saper respingere gli eversori assassini e i loro complici. Nonostante ignobili depistaggi – prosegue Mattarella – la matrice neofascista della strage è stata accertata.
A portare la voce del governo è stato invece il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervenuto insieme alle altre autorità, a Palazzo d'Accursio.
Al Palazzo Comunale era presenta anche Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione Familiari delle Vittime della strage. Polemico il suo intervento, un attacco alla proposta, portata avanti dal presidente della Commissione Cultura di Fratelli d’Italia Federico Mollicone di istituire una nuova commissione d’inchiesta sul ruolo delle potenze straniere nelle vicende italiane. Per Bolognesi sono nuovi tentativi di depistaggio che rischiano di far dimenticare quanto finora accertato in aula.