'Il Cagnone' Giancarlo Mazzuca testimone di due secoli

Il volume è di Federico Bini, edito da Minerva

Si è parlato di romagnolità, di articoli spediti via treno e di grandi personaggi incontrati da Giancarlo Mazzuca, lungo il suo cammino umano e professionale. Seconda edizione della rassegna letteraria “MEMENTI – Mercoledì d’autore”, organizzata da Giochi del Titano Spa, con la presentazione de Il “Cagnone”. Giancarlo, testimone di due secoli" edito da Minerva. L'incontro ieri pomeriggio nella Sala Rubino a Rovereta.

Un racconto di 192 pagine in cui Federico Bini propone un ritratto del famoso giornalista, scrittore e politico, descrivendo la combinazione della sua vita con eventi di rilievo e personaggi chiave: Gianni Agnelli, Silvio Berlusconi, e la figura di Indro Montanelli con cui Giancarlo ha condiviso l'avventura della Voce. È stato lo scrittore Stefano Benni a coniare il soprannome "il Cagnone", mezzo secolo fa, negli anni in cui lavorava per il Resto del Carlino accanto a un giovane Mazzuca, che aveva più o meno la sua stessa età.

Originario di Forlì, classe 1948, nel giornale bolognese ha iniziato un carriera che lo avrebbe portato al timone o in posti chiave di grandi quotidiani. Inviato speciale del Corriere della Sera, capo dell’ufficio economico del Giornale, vicedirettore a Fortune Italia e poi alla Voce. E ancora: direttore del Giorno, due volte, del Resto del Carlino e di Quotidiano Nazionale. Poi l'avventura politica con Berlusconi, l’elezione a deputato di Forza Italia, la nomina a consigliere d’amministrazione Rai. E la stesura di una lunga serie di libri, sul romagnolo Mussolini, su Gianni Agnelli, e su tanti altri. 

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