Prima la deposizione della corona di alloro al monumento dedicato alle vittime dei lager; poi in Prefettura la suggestione della cerimonia, impreziosita dalla voce del tenore Isabella Tiraferri, scava nella storia per conservarne le voci, alterna letture ed immagini, a far diventare la Shoah un monito perenne.
Significativo il momento delle medaglie d’onore, perché ritirate dai parenti di militari che pagarono per il coraggio di una scelta: Elio Biagini venne internato nel campo di concentramento di Kaisersteinbruck in Austria nel ’44; Vincenzo Brizi catturato dai tedeschi e portato prima nel campo di Podgorica e poi a Belgrado, Antonio di Monaco internato in tre distinti stalag a Gorlitz in Polonia e poi a Reichenback dove morì nel ’44, Enea Vignali deportato in un campo di prigionia in Austria. Si difese con il silenzio, Aldo Zavatta, internato nel campo di concentramento di Weimar Buchenwald. Anche in famiglia non riusciva a parlarne, ed anche per questo non bisogna dimenticare.
Nel video l'intervista a Giuseppe Forlenza, Prefetto di Rimini; Roberto Biagini, figlio di Elio Biagini ed Amato Mannocchi, genero di Aldo Zavatta