Il Covid e la guerra causano la carenza di alcuni farmaci in Italia. La Federazione ordini farmacisti assicura di essere in prima linea “per aiutare i pazienti”, ma denuncia che tremila farmaci sono a rischio reperibilità. “Le difficoltà di approvvigionamento riguardano i principi attivi – spiega Andrea Mandelli, presidente Fofi –, ma anche i materiali necessari per il confezionamento dei prodotti farmaceutici, carenti a causa del conflitto in Ucraina”. Ma non c'è solo questo, “perché è lievitata la richiesta – continua Mandelli – di alcuni medicinali utilizzati anche contro il Coronavirus”, proprio mentre la Fondazione Gimbe registra un crollo del 25% sulle somministrazioni delle quarte dosi di vaccino anti-Covid.
A esprimere preoccupazione per lo scarso interesse dei cittadini verso l'immunizzazione è anche Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana medici di famiglia: “C'è un allontanamento diffuso – afferma – anche dal vaccino contro l'influenza, perché in anni precedenti ne avevo già somministrati la metà di quelli a disposizione ed erano i cittadini a chiederlo, ma ora – conclude – siamo noi a stimolare i pazienti”. A San Marino invece grande adesione al recente Open day per la vaccinazione antinfluenzale, con 832 somministrazioni. In totale sono oltre 2.200 dall'inizio della campagna di immunizzazione. Anche sul fronte farmaci non ci sono grosse difficoltà, spiegano dall'Iss, perché si è allargata la platea dei fornitori, di diversi Paesi esteri. In generale i tempi di consegna si sono allungati, ma il problema accomuna tutta l'Europa, perché dipende dalla disponibilità di materie prime. Ad ogni modo – tranquillizzano – non siamo in una fase di allarme.