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Incendio a Notre Dame: 600 milioni in donazione, per la ricostruzione

Polemiche sui ritardi nei soccorsi. Da una prima allerta, alle 18:20, non era stato riscontrato nulla di anomalo. 23 minuti dopo le fiamme erano già arrivate alla navata centrale

di Luca Salvatori
16 apr 2019
Il giorno dopo l'incendio a Notre-DameIncendio a Notre Dame: 600 milioni in donazione, per la ricostruzione
Incendio a Notre Dame: 600 milioni in donazione, per la ricostruzione

Il giorno dopo l'incendio della Cattedrale di Notre Dame in Francia si pensa alla ricostruzione. Annunciate donazioni, da grandi gruppi d'oltralpe, per oltre 600 milioni di euro. Ma non mancano le polemiche sui soccorsi.

Anche San Marino è vicina alla Francia, ferita al cuore, dalle fiamme che con l'incendio di “Notre Dame” hanno devastato uno dei suoi simboli, capolavoro gotico e patrimonio dell'umanità. Il segretario di stato agli esteri Renzi ha fatto pervenire un messaggio al Collega Ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian. Spento il rogo, oggi è il momento della riflessione e della solidarietà,ma anche delle polemiche sulla tempistica dei soccorsi e sui lavori di restauro da cui sarebbe scaturito l'incendio. Ingenti i danni: la volta della navata centrale è crollata, salve invece le torri e le opere d'arte all'interno, che saranno trasferite al Louvre.

Complessivamente le donazioni annunciate per finanziare la ricostruzione superano già i 600milioni di euro. Il procuratore di Parigi, intanto, ha fatto una prima ricostruzione dell'accaduto: ieri c'è stata una prima allerta alle 18.20, ma non è stato riscontrato nulla di anomalo. Una "seconda allerta" è scattata alle 18.43, quando il fuoco era arrivato al livello della struttura. Interrogati gli operai al lavoro nella cattedrale e il presidente di una delle società incaricate del restauro: assicura che sono state rispettate tutte le procedure di sicurezza. Si tende ad escludere il dolo. Non ci sono feriti tra i fedeli o i turisti, ma uno dei 500 pompieri intervenuti è in gravi condizioni.

Nel video il commento di Franck Iovene, corrispondente della France Presse da Roma


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