In fondo alle macerie il fuoco continua a covare; i pompieri – probabilmente dovranno operare anche nei prossimi giorni tra i muri sventrati del capannone della “La Carta”, per mettere definitivamente in sicurezza l’area. L’impressionante nube di fumo nero, visibile ieri a chilometri di distanza, ha lasciato il posto a una sottile colonna di vapore. Due squadre di vigili del fuoco del comando di Rimini si sono alternate oggi per raffreddare, con potenti getti d’acqua, le rovine dello stabilimento. L’esplosione ha infatti letteralmente raso al suolo il capannone. Impossibile – al momento – una stima dei danni: ma si parla comunque di milioni di euro. Un grande punto interrogativo anche per ciò che riguarda le conseguenze ambientali della vicenda. Gli scarichi – è stato accertato ieri – sono confluiti esclusivamente nella rete del depuratore Marecchia; ma la nube di fumo provocata dalla combustione dei materiali trattati dall’azienda – che si occupa tra l’altro del riciclo di rifiuti speciali e materiali d’industria – ha suscitato, tra la popolazione, grosse preoccupazioni. Probabilmente – a breve – il Tribunale di Rimini disporrà un’inchiesta per verificare le cause dell’esplosione e tutte le relative conseguenze.
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