Inchiesta Forlì. Marco Gatti: socio di Manuzzi ma alla luce del sole
L’aspetto giudiziario s’intreccia con quello politico. Sinistra Unita chiede le dimissioni temporanee dalla commissione antimafia di Marco Gatti. Così come torna a chiederle il Movimento per San Marino che ipotizza implicazioni maggiori per il Segretario Dc. Gatti spiega all’agenzia Dire di essere, dal 2002, socio al 5% di un’immobiliare italiana a cui è riconducibile anche il principale indagato dell’inchiesta di Forlì, Giorgio Manuzzi. Ne è stato amministratore unico fino al 31 dicembre del 2010, e si dice certo della correttezza gestionale della società in quel periodo. Sulle dimissioni dall’Antimafia ha già deciso ma non vuole anticipare nulla prima di essersi incontrato con il suo partito. Chiarirà tutto lunedì, durante la riunione di direzione e gruppo consiliare. Poi c’è l’indagine. Non si esclude l'apertura di un fascicolo tutto sammarinese, ma per ora ogni passo ufficiale del Commissario della Legge Rita Vannucci è rimandato al ricorso di Giorgio Manuzzi contro il sequestro dei documenti da parte del tribunale del Titano. Ci sono dieci giorni di tempo. L’avvocato difensore Isabella Castagnoli sta valutando con il collega Tullio Matarese se sia stato travalicato il limite della rogatoria. Ricorso che pare scontato. Sul fronte italiano le indagini procedono. L’ipotesi di reato va dalla frode fiscale e falsa fatturazione, all’ interposizione fittizia. Manuzzi, che per la sua partecipazione al Campionato del Mondo Off Shore ha ricevuto premi dalla Fams, si dice estraneo ai fatti, dato che ha iniziato ad amministrare la Seven Eleven in un momento successivo alle contestazioni della magistratura.
Monica Fabbri
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