Inchiesta di Forlì: le reazioni e i commenti

Inchiesta di Forlì: le reazioni e i commenti.
E’ un fulmine a ciel sereno che di colpo attraversa la comunità e lascia interdetti. In manette a Forlì uno dei più noti e stimati commercialisti della Repubblica, convocato in questura, stando alle voci, per altre ragioni, dove si è visto contestare pesanti reati per l’attività della Banca di Credito e Risparmio di Romagna, di cui è uno dei consiglieri di amministrazione. Insieme a lui anche il Presidente e il Direttore Generale della Banca Asset. Sorpreso della notizia il Segretario di Stato alle Finanze, Stefano Macina, che dichiara di non aver al momento alcun elemento per potersi esprimere. Macina assicura l’intenzione di seguire la vicenda con grande attenzione per capire bene di cosa si tratti, valutare attentamente le accuse mosse e la loro rispondenza effettiva ai fatti. “Non abbiamo ricevuto alcuna informazione in merito – dichiara il responsabile delle politiche finanziarie – e neppure alcuna richiesta da parte italiana. Per quel che ci riguarda non mancheremo di verificare attentamente tutti gli aspetti relativi stando in stretto contatto con la Banca Centrale e i suoi organismi di vigilanza e controllo. Certo – aggiunge Macina - se l’Italia avesse dato il via libera all’accordo di collaborazione già definito fra la nostra Banca Centrale e la Banca d’Italia, avremmo avuto sicuramente qualche strumento in più per prevenire e controllare le operazioni finanziarie fra i due paesi".
Ma l’incredulità è generale, sia per i vertici della Banca, che in quasi dieci anni di attività non ha mai dato alcun segno di operazioni non ortodosse sia per il coinvolgimento di stimati professionisti che hanno sempre svolto la loro attività nel più assoluto rispetto delle regole. Il Direttore della Banca Centrale, Luca Papi, come il Segretario alle Finanze conferma la totale assenza di informazioni al riguardo e dichiara che come autorità di vigilanza sul settore finanziario della Repubblica non hanno mai ricevuto comunicazione alcuna né richiesta di chiarimenti o informazioni. Quello che sappiamo – dichiara Papi – lo abbiamo appreso dalle agenzie di stampa e dalla televisione.

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