L’inchiesta “Re Nero” esplode 13 giorni fa: la ricostruzione della vicenda
E’ stata la battuta di uno degli imputati che si autodefinì “il Re del Nero” a dare il nome all’indagine del pm Fabio Di Vizio. Il suo telefono cellulare, come quello di molti altri, era da mesi intercettato dalle forze dell’ordine. L’operazione “Re Nero”, è la sintesi del capo della squadra mobile di Forlì Oscar Ghetti, ha di fatto decapitato i vertici di due banche: la Asset Banca di San Marino e la forlivese Banca di Credito e Risparmio di Romagna. 10 le persone arrestate. 37 quelle indagate a piede libero. In carcere finiscono anche 3 sammarinesi. Il commercialista Stefano Venturini, consigliere in entrambi gli istituti di credito, Stefano Ercolani e Barbara Tabarrini rispettivamente presidente e direttore generale di Asset Banca. Devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro sporco. Si tratta – secondo l’accusa - di circa 20 milioni di euro arrivati da decine di imprenditori e commercianti italiani, fornitori di soldi da evadere e riciclare. A far da collettore, secondo il pm Fabio Di Vizio, era la Banca di Credito e Risparmio di Forlì anch’essa "decapitata" con l’arresto dei suoi vertici. 13 giorni dopo sono 5 le persone ancora in carcere: i 3 sammarinesi, Stefano Galvani, presidente del Collegio sindacale della Bcr e Valerio Abbondanza consigliere della Bcr. A tutti loro è stata negata la revoca della detenzione carceraria concessa subito a Fabrizio Neri, direttore generale della Banca di Credito e Risparmio di Romagna e al consigliere Tristano Zanelli, che durante gli interrogatori di garanzia hanno ammesso collegamenti tra le due banche e l’esistenza di fondi neri. E mentre le persone ancora in carcere attendono la risposta del Tribunale della Libertà, la Procura forlivese procede con le interrogazioni dei 37 indagati e delle persone ritenute informate sui fatti e con l’esame dei documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza.
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