Indagine sull'ex comandante della Gendarmeria?
Il Tribunale di Perugia ha riconosciuto Virgili colpevole della rapina. Il documento che avrebbe potuto fornirgli un alibi sarebbe stato smentito dai due gendarmi chiamati a testimoniare: oltre a negare di averlo fermato, avrebbero attribuito a qualcun altro le annotazioni contenute nel foglio di servizio di quella sera. Il magistrato avrebbe disposto una perizia calligrafica i cui risultati sarebbero attesi entro settembre. Per il colpo al caveau del palazzo di giustizia sono state condannate 7 persone. Altre 5, di cui 4 carabinieri, hanno patteggiato, ma si è ancora alla ricerca dei mandanti del colpo più inquietante, rischioso e misterioso della recente cronaca italiana. Il furto avvenne nella notte tra il 16 e il 17 luglio del '99. Quando entrarono nel caveau, dopo un anno e mezzo di sopralluoghi in uno dei santuari più blindati della capitale, i ladri avevano una lista delle cassette di sicurezza da forzare: 197 su 997, quasi 1 su 5. Quelle dei magistrati erano evidenziate con un pennarello. Cercavano soldi, gioielli, ma soprattutto documenti. Su quel colpo, la procura di Perugia ha ricostruito un complesso mosaico criminale in cui spiccano, con gli scassinatori e i carabinieri corrotti, esponenti della banda della Magliana, con legami da Cosa Nostra a pezzi delle istituzioni, l’ex terrorista nero Massimo Carminati, un cassiere di banca, un impiegato del ministero di giustizia, un avvocato massone e un collaboratore del Sisde. Massoneria e servizi segreti, come nei più intricati gialli italiani.