Infiltrazioni mafiose in Romagna: droga, riciclaggio, società fittizie
Frange della malavita organizzata operano nel bacino romagnolo ma, secondo la DIA di Firenze, che è competente territorialmente, non hanno vita facile perché la popolazione, l’imprenditoria e gli enti amministrativi sono refrattari, fondamentalmente, alle infiltrazioni mafiose. Un muro di legalità che però a volte non tiene, quando entrano in gioco i cosiddetti “uomini cerniera”, persone insospettabili utilizzate per far penetrare e mimetizzare la malavita organizzata nel mercato legale. Le mafie, in questa regione, non controllano porzioni di territorio; le attività estorsive sono svolte, principalmente, nei confronti di persone originarie delle stesse zone degli estorsori; il traffico di droga resta l’affare più remunerativo. Il reimpiego dei capitali illeciti avviene attraverso società di comodo, interposizioni fittizie, controlli occulti di società palesi, gestioni di fondi extrabilancio. La ‘ndrangheta calabrese è l’organizzazione con la presenza più significativa, ma è documenatata anche la presenza della camorra e sono numerosi i pregiudicati di origine siciliana e pugliese, vicini alla mafia e alla sacra corona unita. Il fenomeno nuovo sembra però essere quello delle mafie straniere specializzate ciascuna in determinati ambiti: quella cinese acquista ristoranti, attività di abbigliamento e si sta inserendo nel settore delle lavanderie. La mafia proveniente dalle repubbliche ex sovietiche ha una disponibilità economica enorme da riciclare; quella nigeriana si sta espandendo dalla prostituzione al traffico di droga; quella albanese ha il suo capo in Albania dove riporta tutto il denaro.
Al tema delle mafie sarà dedicato ampio spazio nella puntata di RSMagazine di venerdì prossimo.
Luca Salvatori
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