Infuriano le polemiche sulla vicenda del pastore protestante che vuole bruciare il Corano

Non ha ancora rinunciato al suo progetto Terry Jones. Nonostante le condanne arrivate da tutto il Mondo, nonostante il biasimo dello stesso Barack Obama, domani, forse, il pastore protestante della Florida, brucerà il Corano. Un gesto che fa inorridire le comunità islamiche e che secondo il presidente degli Stati Uniti diverrebbe uno strumento di reclutamento per Al Qaida. Eppure era di ieri l’annuncio dell’annullamento dell’iniziativa: Jones aveva ricevuto assicurazione da un Imam di Orlando – che faceva da intermediario – che non sarebbe stata costruita una moschea nei pressi di Ground Zero. Poi, però, responsabili del Centro Culturale Islamico di New York, avevano fatto sapere di non avere raggiunto alcun accordo col pastore. Da qui il ripensamento di Terry Jones: “sono deluso – ha detto – potremmo essere obbligati a rivedere la nostra decisione di rinunciare al rogo del Corano”. Il commento più duro, e forse più inatteso, è giunto da Joe Davis: rappresentante dei reduci americani. “Se Jones vuole dimostrare qualcosa – ha detto – perché non va in una piazza dell’Afghanistan a bruciare il Corano? Allora potrebbe vedere di persona le conseguenze delle sue azioni”.

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