La Carta dei diritti sancisce l’inviolabilità delle comunicazioni, ma nell’ordinamento giuridico esistono due leggi che consentono l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche. La prima, per contrastare il terrorismo internazionale e il riciclaggio: pur prevedendo lo strumento rimanda ad un successivo regolamento attuativo, mai emanato. La seconda è la legge antipedofilia, che non prevede alcuna riserva sulle procedure, e in questo caso sono i giudici a decidere se e quando farne uso. Ma è difficile mettere un cellulare sotto controllo? La Tms sostiene di sì. Certo, il controllo indiretto è sempre possibile, ossia, per ipotesi, se un telefono Tim fosse intercettato, e questo chiamasse un cellulare Tms, automaticamente verrebbe intercettato anche quest’ultimo. Ma controlli diretti non sono possibili da parte dell’autorità italiana ad un operatore estero, bisognerebbe avere l’autorizzazione della magistratura sammarinese. E in ogni caso, per un privato, mettere sotto controllo un gsm è impresa ardua: le conversazioni sono criptate e digitali, non è sufficiente un’antenna per captare le conversazioni, a differenza di quanto accadeva con gli e-tacs che erano radiotrasmittenti. Più facile l’intercettazione telematica, informatici esperti possono creare un mirror, un utente specchio che filtra e vede tutto ciò che transita sugli account di posta o di chat. E’ bene comunque ricordare che intercettare comunicazioni senza preventiva autorizzazione della magistratura è un reato, punito con la prigionia.
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