In questi ultimi anni a San Marino è apparso un sentimento di latente ostilità nei confronti degli italiani, soprattutto verso i 6 mila che attraversano ogni giorno la frontiera per lavorare e che rappresentano circa il 38% dei dipendenti del settore privato sammarinese. Questa la "preoccupazione" espressa dall'Ecri, l'organismo del Consiglio d'Europa specializzato nel monitoraggio del razzismo e della discriminazione, nel suo quarto rapporto su San Marino pubblicato oggi. L'Ecri ritiene che sia giunto il momento di accertare l'estensione di una eventuale discriminazione nel mercato del lavoro nei confronti degli 'stranieri' e quindi raccomanda alle autorità di San Marino di svolgere quanto prima uno studio sul fenomeno. Altra questione sottolineata dall'Ecri nel rapporto è quella della cittadinanza. L'organismo "deplora in particolare l'incertezza giuridica provocata dal fatto che la cittadinanza continua a essere concessa unicamente con leggi straordinarie che ogni volta possono imporre esigenze, procedure e tempi diversi". L'Ecri sollecita quindi San Marino a varare una legge ordinaria per regolare la materia e di ridurre il periodo di residenza, attualmente di 25 anni, necessario per ottenere la cittadinanza. Infine nel suo rapporto l'Ecri chiede alle autorità sanmarinesi di modificare la legislazione sul soggiorno e il permesso di lavoro per le lavoratrici badanti provenienti dall'Europa centrorientale. L'Ecri ritiene che il permesso di soggiorno debba essere esteso da 11 a 12 mesi per ridurre la precarietà dell'occupazione di questa categoria e garantire il rispetto della loro via privata e familiare.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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