Ieri l’Ayatollah Ali Khamenei, aveva ordinato al Presidente Amadinejad di cacciare Mashaie per le sue posizioni favorevoli al popolo israeliano e agli Stati Uniti. E oggi il vicepresidente ha comunicato che "Obbedendo agli ordini della Guida suprema non mi considero più come il primo vicepresidente, ma servirò il nostro caro popolo come potrò". Le sue posizioni favorevoli ad un dialogo con Israele avevano già provocato la sollevazione dei conservatori al momento della nomina che avevano pesantemente criticato la scelta di Amadinejad. Mashaie nel 2008 aveva infatti sostenuto che l'Iran era "amico del popolo americano e del popolo israeliano", una posizione opposta a quella di Ahmadinejad, che più volte, e in sedi diverse, ha auspicato la cancellazione dello stato di Israele e messo in dubbio l'Olocausto. E oggi rimbalza la notizia che i leader dell'opposizione iraniana si sono rivolti al clero per chiedere l'immediata liberazione degli arrestati dopo le elezioni. ''Siamo molto preoccupati per la loro salute fisica e mentale, affermano i candidati moderati sconfitti alle presidenziali e l'ex presidente Khatami''. Il moderato Karrubi ha scritto al ministro dei servizi sostenendo che i riformisti detenuti vengono torturati in carcere. Prosegue la polemica con Washington e Gerusalemme che non hanno escluso di ricorrere ad azioni militari se l’Iran costruirà bombe atomiche. Il comandante dei Guardiani della rivoluzione, l’ala ideologizzata delle forze armate, ha dichiarato che in caso di attacco l’Iran colpirà gli impianti nucleari israeliani.
Myriam Simoncini
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