Italiani arrestati in Afghanistan: ancora 72 ore e poi si chiederà il rilascio
In un primo momento sembrava avessero confessato la loro partecipazione al complotto per far fuori il governatore Mangal. E, prontamente, il Ministro degli Esteri Frattini aveva così commentato: “Prego non sia vero. Sarebbe una vergogna per l’Italia”, mentre Gino Strada, storico fondatore di Emergency, aveva parlato di “bufala e complotto”. L’inchiesta è in pieno svolgimento: il portavoce del governo della provincia afgana di Helmand ha precisato di non aver mai parlato di un legame tra i tre italiani di Emergency fermati e Al Qaeda. Il ministero dell’Interno di Kabul sottolinea che l’indagine da cui è partito tutto, ossia le armi ritrovate nell’ospedale di Emergency a Lashkar-Gar, e sul conseguente fermo di nove persone, fra cui i tre italiani, sta proseseguendo e che per il momento non si può fare alcuna ipotesi conclusiva sulla vicenda. Quella che in un primo momento sembrava una piena confessione, col passare delle ore si è ridimensionata a collaborazione, come persone informate sui fatti. Intanto, sono oltre 30mila le adesioni raccolte in poche ore all’appello lanciato da Emergency a sostegno dell’attività della Ong in Afghanistan: dal 1999 ad oggi ha curato gratuitamente oltre 2 milioni e mezzo di cittadini afgani e costruito 3 ospedali, un centro di maternità e una rete di 28 posti di primo soccorso.
Francesca Biliotti