Kiev vieta il voto agli elettori russi residenti in Ucraina
previste per domani, anniversario dell'annessione della Crimea e della firma illegale dell'accordo per l'adesione della Crimea e di Sebastopoli alla Russia. Il Ministero degli Esteri ucraino ha definito “una violazione della sovranità dello stato” la visita di Vladimir Putin in Crimea questa settimana. Il Presidente russo si è personalmente congratulato con la popolazione della Crimea per il 4 ° anniversario del referendum e ha anche effettuato una verifica sulla costruzione dello scandaloso “Kerch Bridge”. Nonostante il pericolo sismico nel Mar d'Azov, la costruzione continua ed è diventata il simbolo della speranza per una nuova storia della penisola, che sarà collegata con la terraferma
russa. Putin aveva espresso il desiderio che l'infrastruttura fosse realizzata in tempi più rapidi, per consentire ai turisti, nei mesi estivi, di viaggiare in auto attraversando il ponte.
In una dichiarazione in occasione del quarto anniversario dell'annessione della Crimea e di Sebastopoli, l'Alto rappresentante dell'Unione Europea per la Politica Estera e la sicurezza Federica Mogherini ha dichiarato: “L'attuale militarizzazione della Crimea continua a influenzare la situazione della sicurezza nella regione del Mar Nero, in violazione del diritto internazionale umanitario. Il popolo della Crimea è costretto a prendere la cittadinanza russa”
Intanto le autorità dell'Ucraina stanno esortando i leader mondiali a non riconoscere le elezioni in Crimea e per domani è stato deciso di non permettere ai cittadini della Federazione Russa di accedere all'Ambasciata
e nei consolati generali russi, per esercitare il diritto di voto in occasione delle elezioni presidenziali. Sarà organizzata una guardia di polizia potenziata. Il Ministero degli Esteri russo ha già espresso la sua indignazione, sottolineando che la polizia non ha diritto di fermare i cittadini russi vicino alle missioni diplomatiche. In definitiva, non è ancora noto se domani gli elettori potranno esprimere il loro voto.
Dall'Ucraina Victoria Polischuk