La gratitudine del riminese Claudio Golfieri: "Mio padre trovò la salvezza a San Marino"
Il Titano e la sua grande storia di accoglienza: dopo il bombardamento del 30 novembre 1943, che colpì Borgo San Giuliano, Enrico Golfieri - appena 15enne - insieme ai fratelli si rifugiò in una galleria a Serravalle
Enrico, un ragazzino orfano di padre, ultimo di 4 figli, scampato ai bombardamenti che colpirono Borgo San Giuliano; il 30 novembre del '43 la bicocca nella quale viveva la famiglia Golfieri venne completamente rasa al suolo. Persero tutto, “gli rimasero soltanto i panni che avevano addosso”. Poi, a San Marino, la salvezza insieme ai fratelli, e precisamente in una delle cinque gallerie del treno a Serravalle, diventate rifugio per migliaia di sfollati del Riminese.
A distanza di 80 anni, è il figlio Claudio a mantenere viva la memoria, anche se frammentata, di un periodo doloroso che il padre a malapena è riuscito a raccontare: la fame, la paura provata ad ogni sibilo di bomba in arrivo, il trauma che da adulto voleva evitare di trasmettere in famiglia per non creare turbamento. Ma scavando negli archivi, raccogliendo un'importante eredità di testimonianze, Claudio Golfieri piano piano ha messo insieme qualche tassello del vissuto di chi la guerra non l'ha combattuta, ma solo subita – anche la madre Tina, giovanissima, nello stesso periodo fu sfollata da Verucchio, poi ospitata da una famiglia di Acquaviva.
E assistere di recente alla presentazione dell'ultimo libro di Alba Montanari, “Serravalle 1940 – 1944. La Guerra”, ha risvegliato in lui pensieri e ricordi: “Mi porto dentro la gratitudine per i sammarinesi” - dice.
Nel video l'intervista a Claudio Golfieri
[Banner_Google_ADS]