La guerra del gas: tagli di Gazprom e timori di un blocco totale
Lo spettro del razionamento si fa sempre più concreto. Nel giorno della chiusura del gasdotto Nord Stream 1, la Russia riduce di un terzo le forniture all'Italia, che passa da una media di circa 32 milioni a 21 milioni di metri cubi al giorno. Anche la società austriaca OMV ha annunciato la riduzione della sua fornitura di circa il 70%. Ma il timore diffuso è che la chiusura della più grande infrastruttura di importazione di gas dell'Unione europea, ufficialmente per "lavori di manutenzione", possa durare molto più dei 10 giorni programmati, e che Mosca voglia portare già dall'estate all'estrema conseguenza il confronto con l'Occidente, impedendogli di riempire gli stoccaggi di gas in vista dell'inverno.
Tutto questo come ritorsione alle sanzioni, e per ammorbidire la posizione dei governi sul conflitto. La situazione è chiaramente seria e l'UE si sta preparando ad ogni scenario, compreso un blocco totale delle forniture. “Come è noto – ricorda il portavoce della Commissione - verrà varato a metà luglio un piano di prevenzione in vista dell'inverno, aggiungendo che "È necessario arrivare il prima possibile ad una autonomia energetica da Mosca". Sottolinea inoltre come occorra comunicare alla popolazione "l'importanza del risparmio energetico".
Intanto, Berlino saluta con favore la decisione del Canada di sbloccare la consegna di una turbina ritenuta fondamentale da Mosca per far funzionare il Nord Stream 1, e che dovrebbe far riprendere le forniture alla Germania. E respinge le critiche di Kiev: "Le sanzioni europee – afferma - non riguardano il transito del gas".
Sull'approvvigionamento di gas dalla Russia abbiamo chiesto il parere dell'analista del Centro italiano di Strategia e Intelligence Andrea Muratore (vedi l'intervista)
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