La solidarietà unisce la politica. Accoglienza minori: "La legge è un primo passo"
Sara Conti: "Continueremo a lavorare sul piano internazionale". Emergenza umanitaria nei campi profughi, "bambini senza prospettive, in lotta per la sopravvivenza"
Il primo dato che emerge è politico: la solidarietà spegne scontri e logiche di parte. L'Aula approva la legge sull'accoglienza di minori stranieri non accompagnati, riconfermando l'unanimità all'ordine del giorno presentato il primo luglio dal consigliere Sara Conti, che non nasconde la soddisfazione: “Abbiamo dimostrato che in nome di un interesse superiore si possono mettere da parte interessi partitici e fare un grande lavoro di squadra”. La legge è un primo passo, ma c'è tutto un percorso da costruire. “Era importante colmare un vuoto formativo interno – spiega - dopodiché continueremo a lavorare sul piano internazionale. Per rendere possibile il trasferimento di minori sarà infatti necessario un continuo collegamento con i governi dei paesi ospitanti e anche con la comunità di Sant'Egidio a Roma che già nel 2016, quando arrivò la famiglia siriana, ci aiutò attraverso la procedura dei corridoi umanitari. Poi ci sarà il continuo lavoro delle associazioni, che si occuperanno di mettere in contatto le famiglie che si renderanno disponibili con il Dipartimento Affari Esteri da un lato e il servizio minori dall'altro”.
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Ci sono state manifestazioni d'interesse all'accoglienza da parte di famiglie sammarinesi che, una volta entrata in vigore la legge, dovranno affrontare uno specifico percorso formativo. L'affidamento è aperto anche ai singoli, purché in possesso di precisi requisiti. Quello dei bambini nei campi profughi, derubati del futuro, è un orrore senza fine. Accoglierli significa dare loro speranza, amore e vita. La politica ha fatto la sua parte. Anche i cittadini ne hanno l'opportunità.
“Stiamo parlando di una vera e propria emergenza umanitaria, che coinvolge minori soli, in condizioni di privazione di ogni diritto fondamentale”, racconta Sara Conti. “Nei campi profughi, dove spesso si trovano, c'è uno scarso accesso ad acqua potabile, cibo, cure mediche ed educazione. Non possiamo permettere che bambini, a volte anche piccoli, stiano in una situazione senza prospettive future se non il pensiero di sopravvivere. La sensazione è di aver messo un tassello nel posto giusto”.
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