Lampedusa, il medico Bartolo ricorda la tragedia del 3 ottobre 2013

Oggi l'Italia celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione. E' stata scelta questa data perché il 3 ottobre 2013, al largo dell’isola di Lampedusa, 368 migranti morirono in uno dei più tragici naufragi avvenuti nel Mediterraneo dall’inizio delle ondate migratorie di questi ultimi anni. Un'occasione quella di oggi per fare il punto della situazione e scoprire che la rotta Libia-Italia è quella più pericolosa: le morti sono costantemente aumentate. Nel 2014 hanno perso la vita in tutto il Mediterraneo (quindi anche sulla rotta orientale Turchia-Grecia e quella occidentale nord Africa – Spagna) 3.538 migranti (su oltre 216 mila sbarchi). Nel 2015 i morti e dispersi sono stati 3.771 (su un milione di arrivi). Nel 2016 sono saliti a 5.096, nonostante un calo degli sbarchi che sono stati 362mila. Quest’anno non ce l’hanno fatta 2.681 persone (136.423 arrivi). E quando viene chiusa una rotta, il flusso e i morti crescono sulle altre. Ora che è stata chiusa la rotta Libia-Italia, sono in crescita gli sbarchi in Spagna e “sono aumentate anche le vittime sulla rotta occidentale” che rappresentano il 4,9% di tutti i decessi nel Mediterraneo nel corso del 2017, mentre nel 2016 erano l’1,5% del 2016 e nel 2015 l’1,6%.

Una giornata istituita il 3 ottobre in ricordo della tragedia di Lampedusa. In questo servizio vi proponiamo il ricordo del medico dell'isola, Pietro Bartolo, che Sergio Barducci ha intervistato lo scorso anno realizzando lo speciale Lampedusa la porta d'Europa. Bartolo sabato alle 10 sarà a San Marino, al teatro Concordia. Incontrerà le scuole nel corso di un convegno a aperto a tutti. 
 

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