MORTO IL LEADER SOVIETICO

Le ultime parole di Gorbaciov: "Fare il possibile per fermare la minaccia nucleare"

La parabola di un politico che tentò la strada delle riforme nell'URSS. A San Marino nel 1994 con la moglie Raissa, scomparsa troppo presto di leucemia

“Dopo grave e prolungata malattia, Mikhail Sergeyevich Gorbaciov è morto”. Scarno il comunicato emesso in nottata dalla clinica ospedaliera di Mosca dove l'ultimo leader sovietico è scomparso, ormai ultranovantenne. Le ultime parole, riferite indirettamente dal premio Nobel per la pace Dmitry Muratov, lo scorso marzo: “Bisogna fare quanto possibile per fermare la minaccia di una guerra nucleare”, aveva riportato al termine della visita. E' stata l'ultima preoccupazione per l'uomo che della distensione con l'Occidente, insieme alle riforme interne all'Urss, aveva fatto la bussola della sua azione di governo, iniziata nel 1985. Amato e apprezzato soprattutto all'estero, ma con pochi ammiratori in patria, poiché ritenuto responsabile della dissoluzione dell'Urss, e delle conseguenti ripercussioni economiche, diede subito spinta alle riforme di cui l'impero sovietico aveva bisogno da decenni. Due parole d'ordine sarebbero diventate famose in tutto il mondo: glasnost, trasparenza, e perestrojka, ristrutturazione, la chiave per cambiare un Paese immerso nella burocrazia e nella crisi economica. Ebbe il Nobel per la pace nel 1990, per il suo contributo fondamentale alla distensione e alla chiusura definitiva della guerra fredda con gli Stati Uniti. Una moglie, Raissa, compagna di una vita, scomparsa troppo presto in Germania dov'era andata per curare una leucemia, e che lo aveva accompagnato anche nella storica visita che Gorbaciov fece a San Marino, nel novembre 1994, accolti dai Capitani Reggenti Renzo Ghiotti e Luciano Ciavatta.

Non ci saranno funerali di Stato per lui, riferisce l'agenzia russa Interfax: Putin in un telegramma alla famiglia lo ha definito “Politico e statista che ha avuto una influenza importante sulla storia del mondo”. “Ha cercato di costruire – scrive invece il presidente del Consiglio Mario Draghi – una nuova stagione di trasparenza, diritti, libertà. Il suo desiderio di pace, la sua opposizione a una visione imperialista della Russia gli sono valsi il Nobel. Messaggi quanto mai attuali davanti alla tragedia dell'invasione dell'Ucraina”. "In lui convivevano - scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - sincero attaccamento alle proprie radici e capacità di ascoltare e comprendere le ragioni degli altri, con il coraggio della consapevolezza che la preservazione della pace rappresentasse il valore più alto e la chiave di volta per la costruzione di un mondo migliore per tutti. Il debito nei suoi confronti è grande, soprattutto da parte degli europei".

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