Legge associazionismo: la Consulta torna sulle criticità

Contraddizioni tra la norma e gli obiettivi che la sottendono e un articolato che non risponde alle aspettative delle associazioni verso la loro autonomia e semplificazione della stessa vita associativa.
Accesa e partecipata l'Assemblea delle Associazioni e Cooperative culturali, a 2 mesi dalla emanazione della legge in materia di associazionismo e volontariato. Ne elencano gli effetti che considerati come distorsioni: limitazioni alla libertà di associazione, controlli troppo stringenti, norme che da propositive si trasformano in coercitive (e il riferimento va, nello specifico, alla proposta di devolvere il 3 per 100 dell'utile al Fondo della Consulta), articolati non chiari con interpretazioni non univoche e che non considerano la peculiarità della realtà sammarinese.
Lamentano la mancanza di un periodo che definiscono “di prova”, tornando di fatto a chiederlo: una fase transitoria, per consentire un accoglimento graduale delle norme e verificare sul campo difficoltà ed eventuali correttivi.
Tanti i punti ancora aperti e posti al rappresentante della segreteria alla cultura, Antonio Kaulard, che è tornato a spiegare l'iter che ha portato alla legge: una lunga negoziazione per misure e controlli più stringenti sul terzo settore, resi necessari in risposta alle regole poste dagli organismi internazionali. Siamo intervenuti – aggiunge – cercando di mitigare i vincoli che la legge impone anche a livello burocratico. In questa direzione la proposta di istituire l'Ufficio Consulta”. Torna anche sugli obiettivi generali: “con questa legge si voleva di fatto accompagnare il terzo settore a fare un salto di qualità per farlo diventare attore autonomo, in un contesto di crescente riduzione delle risorse pubbliche”. Non risparmia poi un considerazione di fondo: "il rammarico nel vedere una partecipazione alta a cose fatte – dice - mentre lungo il percorso legislativo non ce ne era stata altrettanta".

AS

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