Lettera al Direttore
Sono convinto che segnalare le cose positive sia un dovere civico altrettanto importante, se non superiore, rispetto a quello di segnalare ciò che invece non funziona. Mi permetto quindi di segnalare una situazione che reputo importante non solo per il sottoscritto.
Luigi è mio figlio e ha ormai ventisei anni. Nei primi due anni di vita ha avuto una serie di operazioni neurochirurgiche - dopo la ventiduesima abbiamo deciso di smettere di contarle - poi riabilitazione, fisioterapia, scuole romane a volte positive, altre purtroppo più spesso molto meno, la tolleranza scambiata per integrazione e ancora emergenze chirurgiche ma sempre con molta allegria da parte sua, il che peraltro mi ha sempre fatto pensare che forse la fatica di vivere aiuta molto a trovare certe serenità che nel troppo e nel garantito si perdono ma questo c'entra poco con quello che volevo dirle e dirvi.
Luigi è stato quindici giorni al centro estivo che San Marino ha a Pinarella.
Siamo passati con sua mamma a riprenderlo ieri mattina. Non era la prima volta, credo sia stata la terza, e non era neppure la prima volta che lasciava casa. Ha fatto lo scout e il mondo per lui si divide ancora oggi, dopo tanto tempo, fra scout e non scout. Anche allora io passavo momenti difficili per la lontananza, salvo poi scoprire che al campo scout si divertiva da pazzi. Dopo il primo anno di campo ho peraltro notato che era facile distinguere i genitori che, al momento della partenza per il campo, lasciavano i figli per la prima volta da quelli che avevano già avuto questa esperienza negli anni precedenti. I primi infatti oscillavano fra il panico e la depressione, i secondi fra l'euforia e la pace interiore.
Insomma a Pinarella Luigi è stato benissimo, come allora ai campi scout. Fra amici cosiddetti disabili e cosiddetti normali, mare spiaggia allegria attenzione rispetto reciproco (che poi è la chiave di qualsiasi rapporto sociale) ma anche regole e responsabilità. Educatori, staff, organizzazione di una qualità che raramente ho trovato in ventisei anni dove l'esperienza sammarinese rappresenta solo una piccola parte, cosa che peraltro consente di avere - bene o male che sia - un quadro generale più ampio di quello legato a una esperienza circoscritta a una Petite Patrie, come chiamerebbero oltralpe il Titano.
Insomma a Pinarella sono bravi perché le cose le fanno con il cuore e con la testa. Arrivare e trovare gente sorridente, atmosfere divertite e rilassate che non si possono fingere perché il contesto le finzioni le rivela subito, gente che ha una responsabilità e la svolge fino in fondo non solo a Pinarella per l'estate ma tutto l'anno perché alla base ci sono Il Colore del Grano e le cooperative di educatori e assistenti sammarinesi, risorse preziose che consentirebbero di sviluppare un settore fondamentale in ambito internazionale con professionalità già esistenti e che porterebbe risorse e lavoro qualificato e qualificante. Sta finalmente cambiando la mentalità che una volta vedeva la disabilità come peso e vergogna familiare, rispetto alla necessità della integrazione, tramite una rivendicazione di vite e di esperienze, di storie e di testimonianze di cui il mondo delle disabilità è ricchissimo e fa da esempio.
Ovviamente non entro nel merito di recenti pubbliche polemiche che non conosco e che personalmente mi interessano poco. Sicuramente come ovunque, problemi ce ne sono e ce ne saranno, come ovunque. Posso solo dire quello che vedo e quello che riscontro. Mio figlio ha avuto dei giorni di vera vacanza fra amici, giorni pieni di serenità e di allegria ma anche giorni di formazione, di regole, di rispetto ricevuto e dato. Non è poco.
Per quel che vale dunque grazie da parte sua e nostra a tutti coloro che hanno lavorato e che lavorano con il cuore e la testa a un progetto di cui fa parte l'esperienza di Pinarella. Si tratta di un percorso giusto, ne sono certo, che una volta sviluppato e valorizzato adeguatamente, potrebbe diventare un riferimento internazionale nello scenario fondamentale nel rapporto fra integrazione, inclusione sociale e disabilità. La strada, nonostante tutte le difficoltà, si può già quasi intravedere.
Grazie ancora a tutti.
Il papà di Luigi Romeo (anche da parte della relativa mamma e di Luigi)