In Libia l’Alleanza teme lo stallo e accelera, militarmente e politicamente
Per la seconda notte consecutiva, potenti esplosioni sono state avvertite a Tripoli: una serie di raid aerei della Nato, ancora una volta si sono concentrate attorno al complesso fortificato di Bab al-Aziziya, residenza di Gheddafi, già duramente colpita nella tarda serata di lunedì: 19 morti, secondo il bilancio aggiornato oggi. Attesa, per i prossimi giorni, una escalation: l'Alleanza teme lo stallo, a più di due mesi dall’inizio dell’azione militare ha fretta di chiudere la missione. “Andremo avanti fino a quando il popolo libico non sarà protetto e l’ombra della tirannia rimossa” conferma Barack Obama da Londra, dove è già in corso il confronto sul dopo Gheddafi. Si accelera dunque anche sul fronte politico e diplomatico. Oggi, il presidente del sudafrica Zuma ha fatto sapere ufficialmente che lunedì volerà a Tripoli per trattare l’esilio di Gheddafi. Ed è rivolto al colonnello anche un monito che il presidente Napolitano lancia sulla Libia parlando alla giornata dell’Africa “auspichiamo- ha detto il capo dello stato- che chi resiste agli appelli della comunità internazionale desista al più presto in modo che il popolo libico possa perseguire le sue legittime aspettative di libertà e democrazia”.
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