300.000 abitanti, una raffineria petrolifera di grande importanza strategica. Da due giorni è Al Zawiya il campo di battaglia dove è più cruenta la contrapposizione tra le forze in campo. Tassello fondamentale della “reconquista” del Rais, dato frettolosamente per spacciato nei giorni scorsi. La verità era ben diversa, così come inesatte – o in alcuni casi totalmente infondate – si sono rivelate molte delle notizie diffuse da blogger o sedicenti testimoni libici in questo periodo. Ecco perché le notizie su questa battaglia, a 40 chilometri a ovest della Capitale, devono essere prese con le molle. Si parla di furiosi combattimenti tra ribelli e reparti corazzati filo-governativi; di cannoneggiamenti indiscriminati dell’esercito sulla piazza della Città, con numerose vittime; anche se non è specificato se si tratti di civili o combattenti. “Abbiamo vinto” – avevano dichiarato gli insorti questa mattina -; l’inviato di Al Jazeera riferisce invece che la Città è nelle mani delle forze fedeli a Gheddafi. Grande confusione, insomma. Le autorità libiche, intanto, chiedono al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di sospendere le sanzioni, in attesa che si accerti la verità su quanto accaduto. Nel frattempo 600 soldati inglesi del battaglione Black Watch sono pronti a raggiungere il Nord Africa con un preavviso di 24 ore. “Ma non per combattere – precisa il ministro della Difesa -, per operazioni umanitarie”.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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