“La lentezza politica dell'Europa è disperante. Abbiamo il diritto-dovere di intervenire nella guerra in Libia per fermare i massacri della popolazione civile.” Così la Francia ricorda che l'esperienza dell'ex Jugoslavia e dice: la no fly zone non basta a fermare l’eccidio. Eppure, mentre le forze leali a Gheddafi hanno fatto notevoli progressi sul terreno e si trovano soltanto a 160 chilometri da Bengasi, l’Onu deve ancora decidere. Il tempo gioca a favore del colonnello che sta portando l’assalto finale alle roccaforti dei ribelli. La tv sostiene che le forze armate hanno preso il controllo di Misurata ma i residenti negano. Se sarà Gheddafi a vincere ogni discussione diventerà inutile. Gli Stati Uniti chiedono una risoluzione di peso e rapida. Per il segretario della Nato l'attacco delle forze armate del rais in Libia contro i civili potrebbe costituire un crimine contro l'umanità. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza, stando alle anticipazioni della diplomazia, prevede di proteggere i civili con "tutti i mezzi", ad eccezione di una "forza di occupazione terrestre". Fonti francesi precisano che in caso di voto favorevole, per un intervento militare in Libia sarebbe "questione di ore”. E la Lega Araba conferma la partecipazione alla no fly zone. Da Tripoli la prima risposta: una operazione militare straniera in Libia metterebbe a rischio la sicurezza nel Mediterraneo.
Sonia Tura
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