L'esercito di Gheddafi attacca le città ribelli di Zenten e di Misurata, e i suoi cannoni provocano una strage, lasciando a terra almeno 40 morti fra cui quattro bambini. E dopo la terza notte consecutiva di raid aerei della coalizione, un cacciabombardiere americano è precipitato per un'avaria: i due piloti sono stati recuperati e portati in salvo dai ribelli libici. Sul campo si combatte, nei palazzi d’Europa si discute sulla leadership della coalizione e su un sempre più possibile passaggio del comando delle operazioni alla Nato. Il presidente Barack Obama ha rotto gli indugi e si è espresso a favore di questa ipotesi durante una conversazione al telefono con il premier turco Erdogan. Di concreto però, almeno per il momento, dal Consiglio del Nord-Atlantico è uscita la decisione di affidare alle forze navali dei Paesi alleati il compito di far rispettare l’embargo sulle armi, decretato dall’Onu a carico della Libia. Ruolo guida alla Nato, ribadisce Napolitano. Il presidente italiano ricorda che l’intervento in corso si fonda sulle prescrizioni delle Nazioni Unite che vogliono garantire risposte anche militari ad ogni violazione o minaccia per la pace e la sicurezza internazionale. Di tutt’altro parere il suo collega parigino. Nei prossimi giorni l'alleanza è pronta a venire in sostegno della coalizione, ma il coordinamento viene al momento escluso. A quest'ultimo si è accodato il titolare della diplomazia spagnola sostenendo che c'è già una coalizione internazionale formata non solo da paesi europei e membri della Nato, ma anche da paesi arabi e che il sentimento prevalente è che la coalizione continui. Per Frattini la richiesta italiana di passare il comando delle operazioni alla Nato, é una questione di serietà. Quanto alle minacce di Gheddafi Frattini ha detto: gli italiani possono stare tranquilli.
Sonia Tura
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