Licenziata dalla Robopac per aver sposato l'uomo "sbagliato"

Licenziata dalla Robopac per aver sposato l'uomo "sbagliato".
“A distanza di due mesi, sono ancora sotto shock per ciò che mi è successo”. Così la donna che dopo 22 anni di onorato servizio nel settore vendite alla Robopac, lo scorso 1° agosto è stata messa alla porta dai dirigenti aziendali per aver sposato un uomo che lavora in una ditta di Santarcangelo, direttamente concorrente alla società di Falciano. Ma c’è di più. “Tutto fa pensare ad una vendetta nei miei confronti. Mio marito infatti – ci ha riferito la signora con la voce rotta dal pianto – due giorni prima che venissi licenziata, è stato chiamato in tribunale in qualità di testimone per una causa che vede coinvolte proprio le due aziende in questione. Hanno dunque fatto ricadere su di me le loro ritorsioni”.
Insomma un vero e proprio fulmine a ciel sereno, per la signora: mai avuto un richiamo, mai una lamentela. “Tra l’altro – ha detto – 2-3 mesi prima di perdere il posto, avevo ricevuto un premio per l’alta professionalità dimostrata”. Il sindacato lo definisce un episodio grave, assurdo, “e nonostante le nostre richieste di reintegro della dipendente – fanno sapere i segretari delle federazioni industria, Enzo Merlini e Giorgio Felici – non ci sono stati ripensamenti, neppure in sede di commissione conciliativa”. Per questo la Fli-Csu ha deciso di aprire una causa civile contro il licenziamento. Nessuna replica da parte della Robopac, i cui vertici preferiscono non rilasciare dichiarazioni. Laconico il commento dell’Anis: “Si tratta di una questione privata e strettamente aziendale, non intendiamo prendere alcuna posizione in merito”. Spetta, dunque, al giudice l’ultima parola sulla vicenda.

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