La Repubblica di San Marino ha cominciato a coniare monete commemorative da 2 euro a partire dal 2004, il terzo anno dell'euro, con una moneta in onore del numismatico Bartolomeo Borghesi. I primi tre anni di questa tipologia di prodotto hanno fatto registrare delle quotazioni molto superiori al loro prezzo di emissione: dai 100 euro per quella del 2006 ai 150 euro per quella del 2004. Quest'ultima alcuni negozi di numismatica la rendono disponibile con un prezzo di vendita anche di 180 euro.
A partire dal 2007 le quotazioni sono sempre con gli anni aumentate rispetto al prezzo di uscita, ma la loro valutazione economica non è arrivata a segnare tre cifre come i primi anni. Negli ultimi anni, invece, è ricominciato il trend in salita a partire dall'anno 2018: la moneta del Tintoretto ha un prezzo medio di 125 euro, contrariamente alla moneta del Bernini coniata lo stesso anno che è facile trovarla a 65 euro. È singolare il fatto che la tiratura tra queste due monete è la stessa: 60.500 esemplari coniati. Perché dunque questa diversa quotazione? Alcuni commercianti che vogliono rimanere anonimi hanno ipotizzato che vi sia stato "un acquisto in massa da parte di uno o più imprenditori che lavorano nella compravendita di prodotti numismatici, delle monete che sono salite di prezzo. Così da renderle difficili da trovare e dunque giustificarne la crescita di valore".
Entrambe le monete celebrative del 2019 (Da Vinci e Lippi) hanno invece una quotazione media di 125 euro. Quelle del 2020 hanno la stessa "anomalia" di quotazione del 2018: stessa tiratura (53.000 pezzi coniati), ma quella di Raffaello si attesta a un valore medio di 125 euro, mentre quella di Tiepolo 60 euro. Dall'anno successivo, si è tornati a una quotazione di cui i collezionisti erano abituati: le due del 2021 (Caravaggio e Durer) hanno un valore di circa 65 euro l'una. E quelle del 2022 (Piero Della Francesca e Canova) circa 50 euro cadauna. È ancora presto per dire se queste ultime due annate potrebbero aumentare di valore col tempo.