Negli ultimi due anni, nel solo aeroporto di Gatwick a Londra sono state fermate 300 donne incinte e vicino al parto che tentavano di entrare in Gran Bretagna per usufruire di cure gratuite. Lo rivela un rapporto del governo inglese, citato dal quotidiano Daily Telegraph. Generalmente, spiega il giornale, le compagnie aeree non trasportano donne incinte oltre la 36/a settimana, che segna convenzionalmente l'inizio dell'ultimo mese e quindi corrisponde a un maggiore rischio di parto. Le fermate, però, erano riuscite ad eludere questa regola grazie a certificati medici falsificati, in cui si mentiva sulla durata della gravidanza. Molte di loro erano talmente vicine alla data fatidica, dice sempre il Telegraph, che nonostante i documenti irregolari sono state comunque autorizzate a partorire in Gran Bretagna, perché farle volare indietro sarebbe stato troppo rischioso. La rivelazione aggiunge un nuovo tassello al dibattito sui 'turisti della sanità', gli stranieri che si recano in territorio britannico per farsi curare sfruttando il sistema sanitario nazionale, gratuito e di buona qualità. Il dato risulta infatti particolarmente significativo perché riferito a un aeroporto che accoglie pochi voli in arrivo da Paesi più spesso associati al turismo sanitario, come l'Africa occidentale, quindi, nelle parole del Telegraph, ''si può pensare che la cifra totale britannica sia molto più alta''. Secondo gli ultimi calcoli del governo inglese, questa pratica costa al servizio sanitario nazionale almeno 80 milioni di sterline all'anno, pari allo stipendio di circa 2.000 infermiere.
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