Mafia Cinese: presto gli interrogatori dei Cardelli
Saranno sentiti presto dalla magistratura riminese, su delega del gip di Firenze, Luciano e Lorenzo Cardelli, rispettivamente presidente e membro dei consiglio di amministrazione della Fininternational Spa, ritenuta dalla Guardia di Finanza toscana uno dei canali attraverso i quali la famiglia cinese Cai trasferiva in Cina i proventi illeciti delle attività delle aziende di Prato e di Firenze. Sono frastornati i due sammarinesi, ribadiscono la correttezza delle operazioni finanziaria svolte in Repubblica, nell’unica sede della società. “Nessuno è mai venuto di notte – commentano dopo aver letto le notizie sull’operazione. Sempre in orario di ufficio e per trasferire somme ben diverse da quelle indicate. Depositi – aggiungono – contenuti e sempre segnalati alle autorità di vigilanza”. La prassi vuole che i giudici abbiano 5 giorni di tempo per procedere agli interrogatori delle persone in carcere. Luciano e Lorenzo Cardelli saranno presumibilmente sentiti più tardi, considerata la loro condizione marginale. Il loro è un obbligo di dimora, senza particolari restrizioni o rigidità. Arresti domiciliari leggeri, come vengono definiti, dai quali possono ricevere telefonate, o incontrare persone. Intanto la magistratura di Firenze continua a raccogliere elementi per fare chiarezza sul maxi giro d’affari fra Italia e Cina, quantificato in quasi 3 miliardi di euro negli ultimi 4 anni. Perquisizioni e sequestri di beni, si di immobili che di auto di lusso, hanno interessato otto regioni italiane: 24 le persone arrestate, 134 quelle indagate, oltre 100 le aziende coinvolte. Per evitare ogni sorta di imbarazzo Luciano Cardelli ha rimesso nelle mani del Segretario di Stato agli Esteri il suo incarico diplomatico come Ambasciatore di San Marino a Monaco.
Sergio Barducci
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