La mafia che decide: l'intreccio con la massoneria deviata
L'ex magistrato Libero Mancuso, che della strage alla stazione di Bologna del 1980 individuò gli esecutori materiali e i depistaggi da parte di P2 e servizi segreti deviati, ricorda che apparentemente “lì non risultava nulla di deviato. Poi però c'erano i nomi che si sussurravano, i massoni all'orecchio – il ministro, il giudice - quelli i cui nomi non figuravano nelle liste ufficiali. E non risparmia feroci accuse nemmeno “alla copertura che i servizi segreti hanno costantemente offerto – dice – ai responsabili delle stragi”. A Giovanni Cecconi, membro del Grande Oriente d'Italia, tocca difendere la massoneria regolare: “Siamo gente perbene” - dice. Parla poi dello scandalo P2 come di un terremoto che ha fatto tremare le logge massoniche istituzionali. “Ma ci siamo rialzati, nel GOI – assicura – non esistono logge coperte e vige un controllo interno sugli affiliati. Un massone regolare – conclude – ha l'obbligo, non solo il dovere, di denunciare alle autorità preposte eventuali anomalie”. Ma sul passato restano molte ombre.
Nel video l'intervista a Nicola Gratteri, procuratore aggiunto Reggio Calabria.
Silvia Pelliccioni