“E' da molto tempo che diciamo che non siamo più in un'isola felice. E' fondamentale cominciare a dare segnali forti, per far capire ai criminali che questa non è terra di conquista”. E' preoccupato il Presidente della Provincia di Rimini – Stefano Vitali – che commenta così i dati, davvero inquietanti, ma che ormai non stupiscono più, emersi nel dossier sul radicamento delle mafie in Regione. L'Emilia-Romagna balza al quarto posto nella poco invidiabile classifica italiana del riciclaggio di denaro sporco. Solo Lombardia, Lazio e Campania stanno peggio. Lo scorso anno sono state segnalate 5192 operazioni sospette; e pensare che solo nel 2008 erano 986. Il motivo è noto a tutti: la recessione, che ha portato tanti imprenditori – disperati, o senza scrupoli – a cadere nelle mani della malavita organizzata. A Rimini le operazioni all'attenzione della Guardia di Finanza sono state 586. Nel mirino soprattutto i “compro oro”, spuntati un po' ovunque sul territorio. “In un momento come questo – afferma Vitali – occorre lavorare su due fronti: da una parte intensificare l'attività di intelligence; dall'altra – e non è facile – convincere i nostri concittadini a resistere alla tentazione di ricevere soldi in prestito da questi soggetti, a non pensare alla rendita a tutti i costi”. Salgono a 277 – in Regione – gli episodi di estorsione, ma bisogna tener conto che nella maggior parte dei casi le vittime pagano e tacciono. E poi il cosiddetto fenomeno delle ecomafie: 21 i procedimenti iscritti nel registro delle notizie di reato dalla DDA di Bologna, per traffico organizzato di rifiuti.
Giammarco Morosini
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