Mal di pancia nei bambini, meglio non sottovalutarlo. Gli esperti: come riconoscere e gestire il "dolore addominale funzionale"
Al via una campagna europea per comprendere meglio questo disturbo, spesso sottovalutato, che colpisce 3 bambini su 10: ecco sintomi, necessità diagnostiche e opzioni di trattamento
Spesso sottovalutato, il mal di pancia nei bambini - o dolore addominale funzionale - colpisce 3 bimbi su 10 in età scolare ed è la prima causa di assenze scolastiche nel mondo. Anche se si tratta spesso di una condizione benigna che nell'80% dei casi si risolve entro due anni dal consulto medico, è bene non trascurarlo poiché incide negativamente sulla qualità di vita del bambino. Solitamente interessa la fascia di età compresa fra i 4 e i 18 anni e, pur non avendo una causa organica, spesso comporta - per i genitori - indagini non necessarie, visite mediche ripetute, giornate di lavoro perse, depressione, ansia e ridotta qualità della vita.
La Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (ESPGHAN), in collaborazione con le Società Pediatriche Generali e le Società Nazionali di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (PGHAN) hanno promosso una campagna sanitaria in tutta Europa; in Italia la campagna viene realizzata in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria (SIP) e con la Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP) per aumentare la consapevolezza su questo disturbo, comprendendone meglio i sintomi, le necessità diagnostiche e le opzioni di trattamento.
Come riconoscere il disturbo addominale funzionale
Il dolore addominale funzionale si localizza prevalentemente attorno all'ombelico e si distingue dal comune mal di pancia perché si manifesta per almeno 4 giorni al mese e per almeno 2 mesi consecutivi. A ciò possono associarsi:
- mal di testa;
- stordimento;
- stanchezza;
- dolore agli arti
- nausea
La campagna: come gestire il disturbo
"Il dolore addominale funzionale - spiega Sanja Kolacek, portavoce Espghan - è una condizione benigna ma tediosa, che ostacola la vita quotidiana del bimbo colpito e della sua famiglia. Se affrontata nel modo corretto, oltre l'80% dei bambini non proverà più dolore e starà bene". "Anche se si tratta di una condizione benigna, sottovalutare i sintomi può peggiorare la situazione - conclude la presidente Sip Annamaria Staiano -. È importante incoraggiare i bambini e i ragazzi a continuare a svolgere le normali attività come andare a scuola, fare attività fisica: ciò può distrarli e alleviare i sintomi. È importante inoltre aiutarli a mantenere un buon ritmo del sonno e una corretta alimentazione e rassicurarli sul fatto che il dolore non ha una causa grave ed è temporaneo".
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