Tutti in piedi ad applaudirla al Palazzo di Vetro, qualcuno con le lacrime agli occhi. Ha festeggiato così i suoi 16 anni Malala: 1 metro e 45 di altezza, un coraggio da leonessa. Pochi mesi fa – mentre andava a scuola in una remota località della valle dello Swat - un gruppo di talebani le sparò in faccia. “E' il simbolo degli infedeli e dell'oscenità”, dissero – convinti di averla uccisa. Le donne non devono studiare". Ora vive a Birmingham con il padre, Malala. Ma se non fosse sopravvissuta nessuno avrebbe conosciuto la sua storia. Ha sfidato la canna, puntata al viso, di un AK 47. Non può che essere l'eroina delle centinaia di giovani che si sono recati all'ONU per il Malala Day. “Ma questa non è la mia giornata – ha detto subito – è la giornata di ogni donna che ha alzato la voce per reclamare i suoi diritti”. E poi il messaggio più importante: “i talebani hanno paura del potere dell'istruzione, del potere delle donne; prendete i vostri libri e le vostre penne, sono la vostra arma più potente”. Tutti commossi nella grande sala del Trusteeship Council. “Non sarai mai sola”, le ha detto Ban Ki-moon
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