Il sindacato aveva chiesto un incontro e l’incontro si farà. La direzione generale dell’ISS intende sedersi allo stesso tavolo con la CSU per “chiarire tutti gli aspetti, nel merito e nel metodo della vicenda”. “E’ insensato - avevano denunciato ieri le organizzazioni dei lavoratori - porre chi sta male davanti a un bivio drammatico: “o continuare a curarsi o il posto di lavoro”. Il problema esiste, ed è delicato. Lo riconosce lo stesso Servizio di Medicina Fiscale, che si trova a dover applicare una legge risalente ad oltre 50 anni fa: la numero 42 del 1955. “I nostri operatori - si legge in un comunicato dell’ISS - applicano la legge con modalità che siamo coerenti con il dettame normativo ma che, nel contempo, non penalizzino i lavoratori”. E poi si snocciolano i numeri. Nel primo semestre del 2009 sono giunti al Servizio Medicina Legale e Fiscale oltre 19.800 certificati di malattia o infortunio, per un totale di 114.433 giornate di lavoro. Le interruzioni sono state 16; 6 quelle dovute a malattie lunghe. “Cifre che testimoniano - afferma l’ISS - un’applicazione non meccanica della legge”. Chi vive il dramma di una grave malattia e rischia il posto, ovviamente, non può accontentarsi. La CSU segnala il caso di un dipendente del settore industria che – in seguito ad un pesante infortunio sul lavoro, che l’ha costretto ad una lunga convalescenza – si è visto recapitare dopo 15 mesi la lettera di licenziamento. I vertici dell’Istituto per la Sicurezza Sociale si dicono convinti che l’incontro con i sindacati sarà estremamente proficuo per entrambe le parti.
Gianmarco Morosini
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