Mali, jihadisti bruciano edificio: bruciati migliaia di manoscritti
Non sono valsi a nulla gli appelli agli jihadisti che occupavano Timbuctu affinché non scatenassero la loro rabbia per l'imminente sconfitta contro il patrimonio culturale e storico della 'porta del Sahara': prima di lasciare la città-leggenda hanno bruciato un edificio che custodiva migliaia di rari manoscritti, andati irrimediabilmente distrutti. Intanto l'avanzata delle truppe franco-maliane e di quelle africane non sembra trovare ostacoli. "Stiamo vincendo la battaglia", ha annunciato Francois Hollande, confermando la riconquista di Gao e Timbuctu, dove un'esplosione di gioia della popolazione ha accolto l'ingresso in città dei soldati alleati. Ieri è stata Kidal a cadere, ma nelle mani dei tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell'Azawad. I tuareg 'laici', rimasti sinora - almeno ufficialmente - fuori dalla partita, non potevano assistere a braccia conserte ad una vittoria totale di Bamako, perché questo avrebbe significato la fine del loro sogno di un nord del Mali indipendente. Giornata importante anche sul piano politico, anche se con qualche ombra perché - mentre in Italia è polemica sui modi e sugli ostacoli a fornire il richiesto 'supporto logistico' - l'Unione africana ha deliberato di contribuire alla missione internazionale solo con 50 milioni di dollari, sul costo complessivo preventivato di 460.
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