Il maltrattamento del Pastore del Caucaso si è risolto con la morte del cane!
A dispetto di tutte le certezze, le presunte competenze veterinarie, le superficialità dimostrate largamente dal Servizio Veterinario di Stato nel giudicare l’intera vicenda, liquidandola con la semplice dimissione del povero animale dall’ambulatorio veterinario in cui era in cura, il Pastore del Caucaso è morto!
L’Associazione Sammarinese Protezione Animali, sostenuta da tanti cittadini commossi e indignati da questo tragico episodio, che si aspettano l’applicazione delle leggi vigenti per punire gli autori del maltrattamento, confuta le ragioni dichiarate dal Dirigente della Sanita Pubblica poiché:
Nessuna “scienza e coscienza” (intervista televisiva dott. Maurizio Berardi) sono state usate dal Servizio Veterinario di Stato per assicurare la salvezza del cane dopo il suo ricovero, in quanto proprio lo stesso Dirigente del Dip. Sanità Pubblica ha affermato che il cane è stato dimesso quando ancora era in prognosi riservata! NO COMMENT!
Il Dirigente del Servizio Veterinario non si è avvalso dei poteri conferitigli dalla normativa 30 Luglio 2012 n° 101, attraverso la quale avrebbe potuto trattenere lo sventurato animale, in attesa che fosse con certezza fuori pericolo, anche per dare seguito al procedimento penale, cosa che avrebbe consentito i tempi necessari per avviare la procedura giudiziaria.
Purtroppo invece, nella relazione del Dirigente del Servizio Veterinario non si è voluto intravedere nella vicenda alcuna volontà di maltrattamento, ma incuria e omissione di custodia di un animale si configurano al contrario come maltrattamento in base all’art. 282 bis CP.
Ci chiediamo inoltre, se durante il periodo di ricovero del cane sia stato avviato da parte della Polizia Civile un’indagine conoscitiva sui suoi proprietari, tramite le forze di Polizia tedesche, per verificare eventuali episodi pregressi di maltrattamento o incuria di un animale. In caso affermativo qual è stato l’esito dell’indagine? Aspettiamo una risposta in merito dalla Polizia Civile!
L’APAS nella giornata di oggi, prima ancora di sapere della tragica morte del cane, ha consultato i propri legali per decidere gli atti da intraprendere contro gli autori del maltrattamento e verso il Servizio Veterinario di Stato per le palesi omissioni alle leggi vigenti che tutelano il rispetto e i diritti degli animali. Ovviamente, la morte del cane rappresenta un’aggravante della situazione a carico di tutti i soggetti coinvolti, che a suo parere hanno cercato di liquidare la tragica vicenda in un clima di assoluta omertà, superficialità e irresponsabilità, cosa che verrà tenuta in considerazione durante l’iter giudiziario.
L’Associazione chiederà al magistrato competente di essere parte in causa nel fascicolo di procedura penale (ammesso che esista!) costituendosi parte civile in un auspicabile dibattimento. In caso che l’iter giudiziario non sia stato avviato dalle competenti autorità, l’APAS presenterà un esposto alla Magistratura.
Un’ultima triste considerazione: le Istituzioni della Repubblica di San Marino hanno perso un’occasione per impartire una lezione di civiltà a chi maltratta un animale e a chi li considera mero oggetto da esibire quando fa comodo, quando al contrario, avrebbero avuto dalla loro parte strumenti normativi che nulla hanno da invidiare ai paesi più evoluti d’Europa. Evidentemente è molto più comodo soprassedere per quieto vivere o più semplicemente per la scarsa considerazione verso gli animali.
L’UFFICIO STAMPA APAS