Malumore dei commercianti in attesa del nuovo decreto. Urbinati (Usc): "C'è incertezza, abbiamo bisogno di fiducia"
Si è aperta ieri, in Repubblica, la stagione dei saldi. Molti esercenti sono però chiusi e preoccupati per il futuro
Con le incognite legate alle zone rosse, parte in Italia la stagione dei saldi. Iniziano Basilicata, Valle d'Aosta e Molise. Le ultime sono Emilia Romagna, Toscana, e Veneto: potranno vendere a prezzi scontati solo a partire dal 30 gennaio. Sui tempi San Marino batte tutti: ha iniziato ieri, dopo vendite promozionali libere fino al 31 dicembre. Vale però per pochi, dato che chi non ha nella propria licenza beni ritenuti di prima necessità come intimo e abbigliamento per bambini, dal 31 è rimasto chiuso. Riaprirà il 4, ma solo per un giorno. Poi giù la saracinesca fino al 7. E dopo? Se lo chiedono gli esercenti, con Usc che raccoglie la frustrazione dei propri associati, preoccupati per il nuovo Decreto.
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C'è incertezza, timore, si naviga a vista – spiega il Presidente dei Commercianti Marina Urbinati, che si fa portavoce del malumore di quanti, dopo un anno nero, non sanno cosa aspettarsi. “Non possiamo fare previsioni” – commenta. Le chiusure, a fotocopia dell'Italia, sono state una doccia fredda: “non ce l'aspettavamo. Le attività – spiega - avevano investito su quel periodo. Ci sono stati danni incredibili”. Difficile, per Usc, comprendere le ragioni delle chiusure. “Gli assembramenti non sono nelle attività commerciali medio/ piccole – afferma - tant'è che quando siamo rimasti aperti i contagi non sono aumentati. Abbiamo seguito tutte le disposizioni, ed è più semplice contingentare in ambienti come i nostri”.
Così come non capisce la distinzione tra le diverse attività, disparità che spera venga superata dal 7 gennaio. “Avremmo bisogno di una sferzata di fiducia – conclude amareggiata – oggi ce n'è poca”. E mentre si attendono le disposizioni per il dopo Epifania, si fanno i conti con i cali di fatturato. Secondo l'Ufficio Studi Confcommercio, gli italiani spenderanno, a causa della pandemia, un miliardo in meno dello scorso anno: 4 anziché 5. A San Marino le chiusure incidono inevitabilmente su un comparto già in sofferenza. E quando si ferma la mobilità, si fermano anche le vendite.
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