Marche: "Cardiochirurgia ormai è sinonimo Ancona" dice il governatore Ceriscioli

Gli Ospedali Riuniti delle Marche, giocano un ruolo di primo piano nel settore della Cardiochirurgia.
Lo dicono i risultati degli ultimi dodici mesi, a partire dall'insediamento del nuovo Direttore Marco Di Eusanio.
«Non ha più senso uscire dalla regione per cercare questa specialità» ha detto il governatore Ceriscioli.
Sono stati infatti 1.190 gli interventi effettuati nell'ultimo anno, con un tasso di mortalità pari all’1.7% a fronte di uno standard medio statunitense del 3.4% e con percentuali addirittura dello zero per cento nelle specialità della chirurgia valvolare, dell'aorta toracica e della mini-invasiva. 
Interventi che, tra settembre 2016 e agosto 2017, hanno registrato un incremento del 32% rispetto ai due anni precedenti. “Due anni e mezzo fa cardiochirurgia veniva citata come esempio di decadenza di Torrette, ora è un simbolo” ha continuato Ceriscioli che annuncia “202 milioni in più per investimenti”.
Significativo appare il dato relativo alla mobilità attiva extraregionale che registra per la cardiochirurgia un + 34% e + 8% circa in media nell’intero ospedale. La Cgia di Mestre, analizzando i dati della "Relazione sulla gestione delle Regioni" della Corte dei Conti relativa al 2015, ha rilevato che la sanità italiana ha accumulato un debito con i propri fornitori di 22,9 miliardi di euro. Le Marche sono al primo posto per aver abbattuto il debito del 69,5% fra il 2011 e il 2015.      

VA

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